con
Ermelinda Bonifacio e alle
sonorizzazioni Federica Lenzi
“Parlare è come inghiottire
ciò che si vede, o ciò che si legge. Parlare o scrivere del gusto è un
riassaporare, memoria di un sapore, ricordo di un profumo. Il gusto tende a
trovare equivalenti verbali, attribuzioni degne della saporosa consistenza
materica del cibo o della bevanda che si vuole illustrare. Si mangia anche con
la fantasia, e con le parole”.
Racconti e parole da testi popolari, letterari
e poetici legati alla tematica del cibo: si descrivono i mercati del Nord e del
Sud dove è importante perdere ‘o tiempo , come ci dice Erri De Luca; si evocano i cibi attraverso le parole, e si sentono
gli odori, i sapori, le sonorità dei dialetti, la magia dei luoghi; si
enunciano gli ingredienti e le ricette per preparare i piatti della tradizione,
attraverso la penna di Pellegrino Artusi raccontandone
l’origine storica, popolare e talvolta mitica; ci si abbandona alla descrizione
di pranzi pantagruelici e raffinatissimi con Virginia Woolf, Tomasi di Lampedusa, Carlo Goldoni, e di pranzi
fantasiosi con il Pinocchio di Carlo Collodi; si riscopre la ricchezza
e la varietà dei vini con una serie di definizioni degne di un enologo, per poi
lasciarsi ammaliare dal personaggio verdiano Falstaff nella sua “ode al vino”!
I suoni, le note, e la musica ad accompagnare,
sottolineare, e creare quella magia attraverso cui le parole vivono, attraverso
la raffinata e frizzante presenza di Federica Lenzi alle percussioni e
al violoncello.