Qualche breve precisazione sul concerto dei nobraino di domenica sera.
Tutti quelli che hanno avuto modo di partecipare al nostro festival in questi sedici anni, conoscono perfettamente che la nostra non è una piazza qualsiasi. Lo joggiavantfolk non è fatto solo di musica o altri eventi. Da anni portiamo avanti momenti e occasioni di conoscenza legati a tematismi locali e non solo. Abbiamo sposato sin dalle prime edizioni del festival il motto dei francesi di attac "AGIRE LOCALE PENSARE GLOBALE" proprio perché non vogliamo arrenderci alla cultura del localismo. In tutto questo ci sta la Palestina. Abbiamo negli anni dedicato mostre e incontri alla questione palestinese. Quella bandiera rappresenta per noi non solo la resistenza di un popolo sotto occupazione da oltre sessant'anni, ma allo stesso tempo comunica tante resistenze..come quella dello stesso nostro festival, evento interamente autofinanziato e organizzato, comunica ancora la resistenza della nostra piccola comunità così come quella di tante altre piccole realtà che non si arrendono all'abbandono e allo spopolamento.
Domenica sera purtroppo non si è trattato di un problema di posizionamento delle bandiere all'interno della piazza, di gente che non vede il concerto o altro ancora, crediamo che ci sia stato dell'altro. Siamo convinti che ci sia stato un vero e proprio affondo proprio su quei colori, del resto le frasi dette da uno dei componenti del gruppo lo dimostrano chiaramente.
A partire da ciò non si abbandona il palco se quella stessa bandiera continua a sventolare, non è questo il modo, a maggior ragione se si è artisti, per misurarsi con la piazza. Ancora non si può mettere avanti un impianto arrogante e ricattatorio per ottenere il proprio personale risultato.
Riteniamo che qualcosa nell'impianto tipico del frontman conosciuto proprio per le sue stravaganze, non abbia funzionato. Il meccanismo forse si è inceppato di fronte alla fermezza della nostra piazza e da lì in poi si è entrati in crisi.
Triste e avvilente poi tutto il resto, il ritornarci sopra a fine concerto.
Ai pochi che in quei momenti si lamentavano per l'interruzione del concerto a causa delle bandiere diciamo che nessuno a joggi è venuto mai a farci lezione o prediche su cosa è giusto o sbagliato fare.
Abbiamo una nostra testa e come tale facciamo quello che per noi è sacrosanto fare o portare avanti. La nostra è e resterà sempre una piazza libera, antifascista e antirazzista. Del resto da sedici anni si viene e si ritorna a joggi per quella stessa piazza di domenica sera: colorata, festosa, allegra e combattiva. I concerti si possono vedere comodamente, pagando un biglietto, nei palasport, nei teatri o in altre piazze più tranquille. E' questa a nostro avviso la differenza tra un concerto ed un festival. Nei festival c'è dell'altro, ci sono i luoghi, l'interazione con la comunità. Il festival dunque prima di tutto, prima della musica o di altre cose. Ecco la risposta a tutto ciò potrebbe essere proprio questa: domenica non si era ad un concerto ma ad un festival...lo JOGGIAVANTFOLK!!!