In un piccolo villaggio, lontano dalle grandi città e
dove non succede nulla di niente se non quando arriva la stagione autunnale a
portare vagonate di buoni funghi, se ne stava un muro bello grande e solido a
fermare una mezza collinetta pronta lì a venire giù. Col passare degli anni quello
stesso muro, sempre più stanco dalla fatica che faceva quotidianamente ma
soprattutto per tutta la pioggia, la neve, la grandine ma anche per il sole,
tanto sole ricevuto, era diventato veramente osceno. Sembrava quasi un mostro,
un rudere, tutto ingrigito, infracidito e sfigurato con erbacce dappertutto,
mezzo rotto, insomma roba da buttar via. Ma il vero dispiacere del muro era
dovuto al fatto che nessuno gli era riconoscente per il lavoro che faceva
eppure se ne stava lì sempre solo soletto all’entrata del villaggio senza che
nessuno mai si fermasse a scambiare due parole.
Un giorno un gruppo di ragazzi del villaggio, con
delle strane idee per la testa, decise di riportarlo in vita, di ringiovanirlo.
Ecco allora che arrivarono i primi colori, le prime forme, le figure. Il muro
si riempì di gioia, quasi sorrise e con lui tutti quelli che lo incrociavano
con gli occhi: automobilisti, passanti, aeroplani in transito. Nacquero
passeggiate da parte degli abitanti del villaggio appositamente per ammirarne il
nuovo aspetto. Arrivò gente dai paesi vicini a verificare di persona quella
splendida sequenza di colori e immagini. Allora i ragazzi del villaggio decisero
che il muro, che nel frattempo era diventato un loro carissimo amico, doveva
essere ri-animato ogni anno, in occasione di un festival, da loro organizzato,
che richiamava tanta, ma proprio tanta gente da fuori. Iniziarono allora
intensi lavori di sistemazione e consolidamento delle pareti. Si organizzarono
come in una normale seduta di manicure operazioni di rimozione di erbacce e muschi,
furono sistemate le fughe ed i canali dove si allinea l’acqua di scolo. Insomma
venne fatto il possibile per rimetterlo a posto, in modo da renderlo più
attrattivo e superare così anche le intemperie dell’inverno che ogni anno
arrivava puntualmente con tanto di freddo, acqua e neve.
Dopo qualche anno però un vecchio del paese, stanco di
vedere tutti quei colori ma soprattutto di vedere il muro gioire, denunciò alle
Autorità locali e non solo, il crimine commesso nei confronti dell’ambiente. Si,
perché secondo il vecchio quei colori inquinavano, arrecavano danno
all’ambiente e alla salute della gente. Le Autorità, però, prese da problemi
molto più seri, snobbarono le richieste avanzate dal vecchio ed il muro continuò
a vivere giorni felici ed indimenticabili fatti sempre di nuovi incontri,
conoscenze e momenti di festa.
E si andò avanti per altri anni ancora e con l’arrivo
della nuova stagione furono eseguiti nuovi restyling, apportate nuove idee e
nuovi colori. Venne persino rifatto l’intonaco, ridipinta e recuperata una
ulteriore parte del muro in modo da allargare sempre di più l’area interessata
dai colori e dalle immagini. E’ in quegli anni che il muro diventò icona del
festival. Grandi e bambini, famiglie e scolaresche, persino il prete con i
fedeli tutti lì a scattare foto e a fare video da inviare poi su “wallbook”, il
social network dei muri, con i nuovi volti che il muro assumeva di anno in
anno.
Considerata l’importanza sempre crescente che assumeva
negli anni, il muro decise che era arrivato il tempo per un salto di qualità. Incominciò
allora a studiare, a leggere e a guardarsi attorno, capisce che ci sono in giro
per il mondo tante ingiustizie. D’accordo con i ragazzi del villaggio arrivarono
i primi testi, pesanti come macigni, che parlano di ingiustizie, di bambini
uccisi da bombe o schiacciati da carri armati in una terra lontana. Prendono a
cuore quella causa e insieme decidono di riportare ogni anno un loro grido di
rabbia rispetto a quella enorme ingiustizia.
E arriviamo ai giorni nostri. Dopo sette anni
dall’ultima denuncia, ne arriva puntualmente una nuova. A disturbare le
Autorità questa volta ci pensa un manipolo di pischelli sgangherati, brutti neri
e invidiosi come degli scarafaggi. Non di inquinamento si parla, ma del divieto,
violato secondo gli autori della denuncia, di imbrattare spazi pubblici anche
con l’uso di strani simboli.
Il muro stanco ancora una volta di questo
dilettantismo spicciolo e banale decide di cantargliele un po’:
“….poveri
ragazzi miei come siete ridotti, nel vostro modo di fare si avverte tanta
stanchezza unita a tanta tristezza e superficialità. Altro che giovani animati
dalla febbre del fare. Ma pensate veramente che alla gente del villaggio
importi qualcosa come un vecchio muro, ormai prossimo alla pensione? Non penso
proprio. Di questi tempi la gente ha ben altro a cui pensare. Smettetela dunque
di preoccuparvi di me e pensate a
qualcosa di più importante. Prendete esempio dagli altri ragazzi. Loro con così
poco non solo mi hanno rimesso a posto ma mi hanno reso anche famoso. Loro si
che hanno testa, ma non solo, hanno idee, coltivano rapporti, inseguono sogni.
Dovreste veramente imparare qualcosa da loro e smetterla invece di giocare a
fare i furbi e i cattivi. E’ un modo di fare questo che non porta a niente,
appartiene al passato e poi ha prodotto già tanti, ma proprio tanti, danni soprattutto
dalle nostre parti. Abbandonate insomma le stupide idee che vi siete messi in
testa e tornate a giocare e a divertirvi come fanno i bambini, alla luce del
sole, e vedrete che il futuro vi sorriderà...”
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Il
16 agosto u.s. viene presentata al Sindaco del Comune di S. Caterina Alb, ai
Vigili Urbani e per cc anche ai Carabinieri e alla Provincia di CS, una
richiesta, da parte del costituente gruppo “fratelli d’italia” della Valle
dell’Esaro, in cui si denuncia l’”imbrattamento”, anche con strani simboli, del
muro del bivio di Joggi. Accanto a ciò la richiesta di garanzie sul rispetto
delle condizioni igienico sanitarie all’interno dell’edificio scolastico adibito
a campeggio nei giorni del festival.
Ecco
la storia del muro, sopra, è il solo modo che abbiamo ritenuto valido per rispondere
ad un branco di imbecilli, lontani da noi
culturalmente e politicamente, ai loro stupidi e osceni tatticismi messi su
col l’intento di ostacolarci. Rassegnatevi siete solo dei poveri dilettanti
allo sbaraglio, presuntuosi e anche un bel pò ignorantelli.
Ci teniamo infine a far presente che non risponderemo ad
altre provocazioni in risposta a questa nostra precisazione.
Associazione
culturale joggi avant folk [joggi
16.09.13]